I Panama Papers, e-discovery… e un omicidio nel sole del pomeriggio

[ For the English version please click here ]

 

 

Per la parte 2 clicca qui ]

 

23  ottobre 2017 (La Valletta, Malta) – Daphne Caruana Galizia è morta nel pomeriggio di lunedì scorso dopo che la sua auto, una Peugeot 108, è stata distrutta da un potente dispositivo esplosivo al plastico Semtex che ha fatto esplodere il veicolo gettandone i detriti nei campi vicini e ha ridotto a brandelli il corpo della donna. In base ai danni subiti dall’auto, alla distanza a cui l’auto è stata scagliata fuori strada e a quella a cui è stato lanciato il corpo, gli investigatori hanno calcolato che gli assassini hanno utilizzato circa mezzo chilo dell’esplosivo. Per il bombardamento di Lockerbie del 1988 fu usata una quantità simile dello stesso esplosivo. Non si è trattato di una semplice esecuzione: è stata una dichiarazione.

Mia moglie è maltese e conosceva bene Daphne. Tutti la conoscevamo. Io la conoscevo da molti anni.

Daphne era un giornalista intrepida che indagava sui ricchi e i potenti. Era ben nota tra i giornalisti (The Guardian una volta l’aveva definita “one-woman WikiLeaks”). Fu lei a condurre l’inchiesta Panama Papers sulla corruzione a Malta. Nelle sue ultime rivelazioni aveva puntato il dito contro il primo ministro di Malta, Joseph Muscat, e due dei suoi più stretti consiglieri, ricollegando le società offshore legate ai tre politici alla vendita di passaporti maltesi e centinaia di migliaia di euro in pagamenti da parte del governo dell’Azerbaigian, oltre a molte altre azioni nefaste come le trattative immobiliari per gli oligarchi russi che sono scappati a Malta per aprire le proprie banche.

Eppure, malgrado un’inchiesta giudiziaria su tutte queste accuse, la scorsa estate Muscat vinse un’elezione indetta a sorpresa. Joseph Muscat: il suo disgustoso compiacimento, la sicurezza in sé stesso e la piena fiducia che nessuna rivelazione o disgrazia potrà mai rovinare la sua reputazione all’interno del suo partito e di fronte ai suoi sostenitori finché il denaro continua a scorrere.

Daphne scriveva un blog che attirò più lettori rispetto alla tiratura combinata dei 4 giornali del paese. Era una spina nel fianco sia per la classe dirigente sia per la malavita che dominano Malta, il più piccolo stato membro dell’UE. Lei stava semplicemente lottando per la giustizia in un paese di istituzioni che non funzionano. Non si è trattato soltanto di un attacco alla libertà di espressione. È stato piuttosto un attacco militare ben pianificato, il cui scopo era quello di eliminare una giornalista leader della libertà di espressione.

NOTA: molti dei miei lettori conoscono Malta e/o l’hanno visitata e la conoscono solo come “un’affascinante meta turistica”. Ecco, mettete questa idea da parte. Malta sta assistendo a un’irragionevole crescita della corruzione e del malfunzionamento per mano di un governo le cui azioni stanno provocando un danno economico e sociale irreparabile. Un po’ come il Signor Trump in America. Ma l’esecuzione di Daphne Caruana Galizia… è stata una vera esecuzione… Ne ritengo responsabile il Primo Ministro e la sua corruzione nonché il clima violento che caratterizza il suo entourage. Come scrisse un giornalista del Times of Malta “si è trattato di un atto clinico di eliminazione che richiedeva logistica e denaro”. Essendo un avvocato, ho trascorso abbastanza tempo sul lato oscuro per conoscere i segni distintivi della criminalità organizzata che spesso operano su diversi piani. 

 

È stata la decima giornalista che cercava di far emergere la verità a essere stata uccisa nel mondo, e la seconda in Europa. L’assassinio di un giornalista investigativo, e cioè di una persona che aveva scoperto gravi imputazioni di riciclaggio di denaro e di corruzione a Malta, la dice lunga sulla minaccia alla libertà di espressione in quel paese e sull’atmosfera di impunità e violenza che se ne sta impadronendo.

Ciò che colpisce di più dell’inchiesta di Daphne è quanto marcio sia lo stato di Malta. Il paese più piccolo dell’UE, con una popolazione di circa 420.000 abitanti, Malta ha presieduto l’Unione Europea fino all’inizio di quest’anno. È stata etichettata come un paradiso fiscale pirata dell’UE, che aiuta le multinazionali a evadere ben 14 miliardi di euro. Tuttavia, il lato più oscuro è rappresentato dalle 15 sparatorie e bombardamenti in stile mafioso che hanno caratterizzato l’ultimo decennio. Bande di criminali si sono infiltrate nelle principali industrie del paese. All’inizio di questo mese, Europol ha spiegato in dettaglio come la criminalità organizzata calabrese, la Ndrangheta, abbia gestito un’operazione di riciclaggio di denaro da 2 miliardi di euro attraverso le agenzie maltesi di scommesse online. Le agenzie del gioco d’azzardo on-line rappresentano il 10% del PIL dell’isola.

Tuttavia, l’attività più remunerativa di Malta è quella legata alla vendita di passaporti europei ai ricchi. Più di 900 individui hanno acquistato la cittadinanza europea nel 2016 e, considerando che si tratta di ben 650.000€ ciascuno, ciò significa che hanno contribuito a quasi il 16% delle entrate di bilancio di Malta. Dal momento che molte sono state acquistate da oligarchi eurasiatici, si può ben capire che Daphne non era contraria a una democrazia bensì a uno stato mafioso.

 

E che quest’ultimo affonda le proprie radici nella società maltese. E se Malta ha ignorato gli avvertimenti di Daphne, posso ben immaginare che molti abbiano pensato che al resto del mondo non sarebbe mai importato che la maltese si allontanasse con lo schema globale delle cose. Ma la loro avidità li ha superati e ha permesso di scavare in profondità. Una sensazione di “beh sì, ci può essere un po’ di corruzione, forse ce n’è parecchia, ci possono essere alcuni collegamenti criminali nei luoghi importanti e nelle istituzioni e può essere che lo stato di diritto stia andando in malora, con amichetti e posti da “persona di fiducia” per chiunque sia immischiato. Oh, allora cosa succede se delle cose vengono messe a tacere e alcune persone devono lasciare l’isola in fretta e furia. Beh, non c’è sempre stata corruzione? E inoltre: l’economia sta bene, quindi perché rompere gli equilibri? Perché cambiare le cose? Oh, forse più tardi lungo la strada, sì, forse ci sarà un prezzo da pagare”.

 

Suo figlio, Matthew Caruana Galizia, è un giornalista e programmatore che lavora per il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (ICIJ). Come molti di voi sanno, fu Nuix a fornire la tecnologia di elaborazione e ricerca del documento che era essenziale per l’inchiesta di Panama Papers, condotta dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung e (ICIJ). Sia lui che sua madre utilizzavano la tecnologia Nuix.

BACKGROUND: La Süddeutsche Zeitung ha ricevuto una fuga di notizie anonima di circa 11,5 milioni di documenti, per un totale di 2,6 terabytes di dati, nei quali vengono descritte nel dettaglio le attività dello studio legale panamense Mossack Fonseca, reo di aver aiutato i propri clienti a creare società offshore anonime. Sebbene queste entità offshore siano generalmente legali nelle giurisdizioni in cui sono registrate, l’inchiesta ha rivelato che alcune erano state utilizzate per scopi illegali, tra cui casi di frode sovrana e individuale, traffico di droga ed evasione fiscale. Süddeutsche Zeitung e ICIJ si sono rivolti al software Nuix per elaborare, indicizzare e analizzare i dati. Più di 400 giornalisti in 80 paesi in tutto il mondo hanno poi esaminato i dati prima di pubblicare la prima serie di risultati il ​​4 aprile 2016. 

Negli ultimi tre anni ho rivolto la mia attenzione al cosiddetto “data journalism” (o “giornalismo di precisione”) e all’utilità del software e-discovery. Oltre allo studio approfondito della mostruosa manipolazione dei media sociali in Russia. Ho raccolto informazioni sui modelli matematici che gli agenti russi hanno usato per diffondere le false notizie sulle reti dei social media e sui dettagli della reale entità della “propaganda computazionale” sul lavoro. Ho anche avuto l’opportunità di dare un’occhiata ai manuali di formazione russi per corrompere i social media. Sto provvedendo alla traduzione del materiale in inglese, che sarà parte di una serie di post successivi.

Il data journalism sta reinventandosi per adattarsi a un mondo che sta cambiando rapidamente. Proprio come la comunicazione in rete e la potenza di elaborazione furono fondamentali agli inizi del 2000, l’automazione e l’AI stanno diventando i fattori chiave per il prossimo decennio. E proprio come il data journalism ha alzato lo standard per il giornalismo in generale, lo standard sta per essere alzato per lo stesso data journalism. Ora, nel suo secondo decennio, le tecnologie in cui è stato costruito (accesso in rete a informazioni e notevole miglioramento delle capacità di visualizzazione) sono date per scontato, proprio come la parte “computer assisted” del suo antecedente “Computer Assisted Reporting”.

NOTA: La prima volta che sentii il termine CAR non fu come “computer assisted review” bensì come Computer Assisted Reporting, un’espressione che nacque alla fine degli anni Sessanta.

CAR ha visto i giornalisti usare fogli di calcolo e database per analizzare i set di dati, ma hanno anche avuto importanti dimensioni politiche e culturali: in primo luogo, l’introduzione di una Legge sulla libertà di informazione (Freedom of Information Act) negli Stati Uniti che ha reso possibile l’accesso a più dati rispetto a prima; e, in secondo luogo, la diffusione dei metodi della scienza sociale nella politica e nel giornalismo.

Il data journalism, come CAR, aveva anche dimensioni tecnologiche, politiche e culturali. Quando CAR aveva fogli di calcolo e database, il data journalism aveva API e strumenti di visualizzazione dei dati; quando CAR aveva la libertà di informazione, il data journalism aveva un movimento globale di dati aperti; e quando CAR agiva come un cavallo di Troia che portava i metodi della scienza sociale nella redazione, il data journalism portava la cultura “hacker” nella pubblicazione.

Ma gran parte del merito per la nascita del data journalism sta al di fuori dell’industria dell’informazione: è infatti spesso trascurato il lavoro dei codificatori civici, degli attivisti dell’informazione (in particolare MySociety che condivideva dati politici e che collaborava con le organizzazioni di notizie ben prima che venisse coniato il termine “data journalism”) edelle aziende tecnologiche (API e strumenti di Yahoo! per esempio hanno costituito la base di gran parte dei primi esperimenti del data journalism).

 

E, naturalmente… del software e-discovery. Il suo utilizzo nel supportare le inchieste investigative è ormai diffuso in quanto consente ai giornalisti di analizzare rapidamente e con precisione grandi insiemi di dati. Sempre più giornalisti fanno ricerche approfondite sui vari documenti (sia che si tratti di e-mail, messaggi di testo o file) per scoprire le storie in essi contenute. Ed è più o meno lo stesso procedimento che mettono in atto gli avvocati quando devono preparare una causa. Trovare documenti chiave e intrecciarli in una storia è quello per cui la sofisticata e-discovery è stata progettata.

E sebbene il software e-discovery non sia nuovo, fino a poco tempo fa è stato difficile da usare, tranne per coloro che avevano avuto una formazione specializzata. Inoltre, spesso gli utenti hanno bisogno di spedire i dati a terzi per il caricamento, il che è davvero inaccettabile per i giornalisti che lavorano in tempi molto stretti. Per non parlare del fatto che la tecnologia era lenta e talvolta imprecisa: l’ultima cosa di cui si ha bisogno quando non si è sicuri di quello che si sta cercando. Ora non è più così. Ci sono molti fornitori e-discovery tra cui scegliere, anche se Nuix rimarrebbe la mia prima scelta. Inoltre, devi assolutamente conoscere il linguaggio di programmazione Python per sfogliare i database.

Quindi, dove dobbiamo guardare per vedere la prossima ondata di cambiamento del data journalism? Ancora una volta, dobbiamo guardare al di là delle organizzazioni di notizie per vedere i cambiamenti in due aree in particolare: da un punto di vista tecnico, un uso sempre maggiore dell’automazione, dagli algoritmi e dall’intelligenza artificiale ai bot. Dal punto di vista politico, una regressione dei dati aperti e della trasparenza, con le organizzazioni governative che assumono un ruolo sempre più importante nel controllo dei comportamenti e delle informazioni dei cittadini.

Ed era proprio questo ciò di cui Daphne si occupava. Tirare fuori la verità. Sono stato troppo cinico. Daphne credeva di poter davvero cambiare le cose. Il suo ultimo blog era tipicamente tagliente, conciso e, purtroppo, ben più preveggente di quanto non potesse immaginare. Ci aveva avvertiti: “Ovunque guardiate, ci sono dei truffatori. La situazione è critica”. Meno di mezz’ora più tardi, un’enorme bomba la fece a pezzi.

La denuncia è che Malta si sta trasformando in uno stato governato dalla criminalità organizzata, che non governa ma dispone di posizioni, ricchezza e persone moleste. Malta non può essere uno stato fasullo dell’UE, nel quale le elezioni, lo stato di diritto e i tribunali esistono solo in apparenza. I cittadini del continente accettano la governance dell’UE poiché ogni Stato membro è una democrazia che funziona. Quando uno dei suoi stati membri viene meno ai propri impegni democratici, quando nella ricerca della verità viene sacrificata una vita, l’UE deve intervenire.

Quindi, in qualità di giornalista, devo unirmi all’appello.


POSCRITTO

Il settore dell’e-discovery e della scienza forense fa a gara per adottare strumenti sempre più sofisticati di e-discovery, con tecnologie di analisi avanzate che possono prendere parole, frasi e concetti e collegarli ad un livello mai visto prima. Ma gli utenti finali non sembrano mai avvicinarsi all’utilizzo della sua piena capacità.  Il mio collega Jonathan Maas pensa che ciò sia dovuto al fatto che in materia civile i clienti non utilizzeranno mai le vere funzioni analitiche di tale software, perché sono aggravate dalla proporzionalità.  Solo le indagini criminali e statali se lo possono permettere. Jonathan ha in previsione un pezzo su questo argomento, perciò lascerò che lo elabori a fondo.  Ma siamo entrambi d’accordo: l’uso di questa tecnologia al di fuori della sua abituale “nicchia” sta per arrivare. E molte aziende di tecnologie di e-discovery coglieranno questa opportunità.

Ecco perché, lo scorso giugno, ho trascorso due giorni a Zurigo per partecipare alla Digital Investigations Conference, un evento annuale tenutosi negli ultimi cinque anni, dove quest’anno io ero l’oratore principale. Ti offre l’opportunità di incontrare esperti nei campi di e-discovery/scienza forense/cibernetica… avvocati, informatici, ciber-esperti, esperti informatici forensi, fornitori, ecc. … per saperne di più sulle soluzioni software e hardware presenti sul mercato e vedere gli incredibili e sofisticati strumenti di analitica sviluppati per l’analisi e lo studio di prove digitali provenienti da diverse fonti – una visione olistica del caso. Rivenditori come BlackBag Technologies, Celebrate, Elcomsoft, Nuix, Oxygen Forensics, Passware, Stroz Friedberg, Magnet Forensics, MSAB e TEELtechnologies. Per ulteriori informazioni fai clic qui.

 

* * * * * * *

Un invito ai fornitori 

Il Festival Internazionale del Giornalismo è un evento giornalistico che si tiene ogni anno a Perugia (città che si trova nel centro Italia a circa 160 km a nord di Roma). Il Festival 2018 si terrà dal 11 al 15 aprile 2018.

Il Festival attrae giornalisti e studenti di giornalismo, nonché ricercatori e agenzie di comunicazione, che possono accedere liberamente a concetti chiave, workshop, dibattiti e discussioni sui media nella società. Attrae anche i grandi nomi del giornalismo e i team esperti di IT e AI nel settore. Il festival offre un ampio programma incredibilmente variegato.

Negli ultimi due anni erano presenti anche alcuni fornitori e-discovery che non hanno però partecipato attivamente. Il prossimo anno quest’ultimo aspetto cambierà. Mi è stato chiesto di elaborare una proposta per una sessione di 1 ora al fine di spiegare in che modo il software e-discovery possa aiutare i giornalisti. Se desideri informazioni dettagliate e ti piacerebbe partecipare, contatta il mio team: [email protected]. Vado ogni anno al Festival di persona, oppure ci va il mio team nel caso in cui abbia un altro impegno. Il prossimo anno ci sarò io stesso oltre a un team di comunicazione composto da 4 membri e due troupe cinematografiche. Parliamone.

 

One Reply to “I Panama Papers, e-discovery… e un omicidio nel sole del pomeriggio”

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

scroll to top